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Disturbo generalizzato dello sviluppo


Domanda: Salve! Sono una mamma di un bambino che frequenta la scuola dell'infanzia e che, dopo aver visto più volte un cartone animato, ha iniziato a ripetere le frasi sentite alla televisione e ad isolarsi a scuola (pur andandoci volentieri).
Le maestre ci hanno suggerito di portarlo da una NPI, la quale ha diagnosticato un disturbo generalizzato dello sviluppo consigliandoci per il momento un po' di psicomotricità.
Noi genitori ci domandiamo se è possibile fare una diagnosi così precocemente (vista l'età del bambino) e dopo una sola visita.
Non è che l'isolamento del piccolo possa essere attribuibile ad aspetti comportamentali che ci hanno caratterizzato entrambi da piccoli, quali la timidezza?
Grazie infinite dell'attenzione.

Riposta dell'esperto: Buongiorno, cari genitori, rispondo alla vostra domanda con considerevole interesse.
Il Disturbo generalizzato dello sviluppo manifesta un grande impatto in tutti gli ambiti della vita sociale e di relazione, ad iniziare dalla famiglia per poi proseguire a scuola e continuare nel lavoro.
Esso rappresenta una distorsione dello sviluppo di base che riguarda varie funzioni psicologiche (attività motoria, attenzione, percezione sensoriale, umore, funzionamento intellettivo) e le sfere della comunicazione, verbale e non verbale, della socializzazione e dell' attività immaginativa.
La scelta di orientarsi verso un NPI (neuropsichiatra infantile) è stata opportuna, in quanto l'esordio di alcuni sintomi, relativamente a certe patologie, avvengono proprio entro i tre anni di vita.
Consiglio vivamente di seguire le indicazioni suggerite dallo specialista (psicomotricità) e di confrontarsi continuamente con le figure docenti del bambino per aggiornarsi sulle sue recenti caratteristiche di comportamento.
Quanto ai cartoni animati, all'età del figlio vengono recepiti con totale dipendenza e in maniera inconscia trasferiscono nel bambino messaggi, linguaggi e comportamenti che vanno controllati perchè possono essere assunti dal piccolo in modo del tutto passivo.
Il dubbio che vi assale sulla diagnosi emessa su un bambino così piccolo dopo appena un incontro non vi deve fare sottovalutare le osservazioni fatte di cui mi avete riferito (ripetizione di frasi da un " modello") e scambiare l'isolamento con la timidezza: fatevi spiegare bene dagli educatori che seguono il bambino a scuola quali comportamenti assume e confrontatevi senza paura con il NPI interpellato, perchè sotto il nome della diagnosi emessa si raggruppano varie sindromi e, prima ne venite a conoscenza, meglio potete organizzare voi e il bambino ad affrontare gli impegni crescenti della scuola.
Spero col cuore che quanto diagnosticato non trovi continue conferme in futuro, se così fosse vi metto a disposizione lo spazio di corrispondenza che ci ha permesso di conoscerci per sostenere la vostra sensibilità.
Un augurio di buon proseguimento e di reciproca disponibilità a confrontarci sullo sviluppo del bambino.
Pedagogista Cristina

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