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Pedagogia e finalità educative


Concordo con queste tre finalità : dinamismo, salute e felicità (cit. Prof.ssa Mantovani).
Quando si pensa all’educazione di un individuo ogni educatore, secondo il proprio ruolo, si auspica che il soggetto educato diventi forte psicologicamente per fare fronte alla complessità dell’esistenza, sano da un punto di vista psicofisico e felice rispetto alle personali predisposizioni.
Se pensiamo ai luoghi educativi per eccellenza, famiglia e scuola, pensiamo agli educatori come soggetti rivolti ai più giovani in sintonia con i talenti espressi da questi ultimi.
Se un tempo la cura genitoriale e quella degli insegnanti era determinata dalle regole imposte da una società fondante lo status di cittadino responsabile e coautore del benessere collettivo, oggi assistiamo ad un riversamento di questi obiettivi direttamente sulle famiglie che, attraverso l’esperienza scolastica, si fanno carico di prevedere uno sviluppo del proprio figlio conforme alle proprie caratteristiche, talvolta in contrasto con le richieste sociali, altre volte in sintonia con il valore del bello fondato sull’universalità dei diritti.
Crescere oggi e fare crescere richiedono un impegno diverso rispetto al passato : alla base dell’azione educativa non ci sono regole dettate dall’alto bensì regole che promuovono il benessere individuale alla base del bene comune di una esistenza rispettata e rispettosa degli altri.
Non sempre si riesce a conciliare entrambe le posizioni per motivi di egoismo o di inadeguatezza dell’intervento educativo, ma là dove c’è conciliazione delle parti ci sorprende una armonia nuova, dove il singolo promuove la propria ricerca di equilibrio psicologico e benessere in funzione di una società più libera e attenta alla diversità.
Essere se stessi non può contrastare con il rispetto della normativa che regolamenta il vivere civile, anzi cerca di estendere il proprio benessere individuale alla luce di una espressività in linea con quanto serve per una esistenza serena.
Ecco perché la sinergia tra famiglia e scuola, in primis, si fa sempre più serrata e definita attraverso patti educativi che si prefiggono un adeguato senso di responsabilità , quella responsabilità che si sviluppa nel tempo con l’esperienza del vivere insieme agli altri con la guida esperta di educatori preparati dal punto di vista pedagogico.
Solo quando il singolo troverà terreno fertile per svilupparsi in dinamicità e salute sarà possibile raggiungere felicità interiore e adattare le diversità individuali alla generalizzazione del vivere comune.
Oggi i giovani stanno dando una forte testimonianza di ricerca di tutela dell’ambiente e delle singole identità e non è strano che non trovino supporto nel potere forte di individualismi obsoleti per il tempo storico che stiamo vivendo.
Auguriamoci che il concorso al ben-essere individuale venga sempre orientato al contesto in cui si agisce e con esso si condividano modelli di idealità positiva e propositiva, solo così le finalità educative potranno esprimersi al meglio.
E su queste riflessioni si trovano molti e vari punti di vista concordi.

Pedagogista ANPE – Cristina Gentilin
[Redatto novembre 2020]

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