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Pedagogia e femminilità


Nel mese di Marzo dedicato alla Festa della Donna mi sono incontrata metaforicamente con la scrittriceNatalia Ginzburg in "Le piccole virtu"-Einaudi, dove "forse mai una scrittrice ha saputo essere così femminile".
Mi sono fatta trasportare dal dualismo uomo/donna nel capitolo autobiografico Lui e io "in cui la contrapposizione dei caratteri si trasforma, da spunto di commedia, nel più affettuoso poema della vita coniugale".
In questo dualismo appare evidente la complementarietà di genere, ma nel proseguo della scrittura si evidenzia una superiorità introspettiva che contraddistingue il genere femminile.
Natalia, dopo la maternità, non ha più voglia di scrivere come un uomo perché da quando è diventata madre tutto ciò che la riguarda la coinvolge "in un modo misterioso e remoto".
Questa nota distintiva le permette di trattare in modo ampiamente pedagogico le virtù su cui fonda l’educazione dei figli.
Particolare spazio Natalia dedica alle piccole e alle grandi virtù, le sole , queste ultime, da coltivare con i propri figli.
La scrittrice parla di premi e di punizioni, solitamente corrisposti gli uni per i sacrifici e le altre per le cattive azioni, ma in realtà non è così "e tuttavia bisogna amare il bene e odiare il male: e a questo non è possibile dare nessuna logica spiegazione".
Parlando poi dell’impegno scolastico dei figli Natalia afferma che "il loro dovere di fronte a noi è puramente quello, visto che li abbiamo avviati allo studio, di andare avanti", "ma non dobbiamo lasciarci prendere, noi, i genitori, dal panico dell’insuccesso".
"Quello che deve starci a cuore , nell’educazione, è che nei nostri figli non venga mai meno l’amore alla vita. Esso può prendere diverse forme... E che cos’è la vocazione d’un essere umano, se non la più alta espressione del suo amore per la vita?"
"Quali possibilità abbiamo noi di svegliare e stimolare nei nostri figli, la nascita e lo sviluppo d’una vocazione? Non ne abbiamo molte: e tuttavia ne abbiamo forse qualcuna. La nascita e lo sviluppo d’una vocazione richiede spazio: spazio e silenzio: il libero silenzio dello spazio.
Il rapporto che intercorre fra noi e i nostri figli, dev’essere uno scambio vivo di pensieri e di sentimenti, e tuttavia deve comprendere anche profonde zone di silenzio: dev’essere un rapporto intimo, e tuttavia non mescolarsi violentemente alla loro intimità; dev’essere un giusto equilibrio fra silenzio e parole
".

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