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Le carezze positive


L'importanza delle "carezze positive": ognuno di noi ha bisogno di essere riconosciuto.
Nella strutturazione della nostra identità il rimando che riceviamo dagli altri è importantissimo, perché ci trasmette ciò che gli altri vedono in noi.
In un bambino questo aspetto è particolarmente importante, perché la sua identità si sta formando e si definisce in base alle esperienze e alle relazioni che instaura soprattutto con le persone più significative della sua vita.
Lo psicologo Eric Berne parla di “carezze”, estendendo il significato di questo gesto fondamentale nella relazione di cura del bambino ad un ambito molto più vasto, e intendendo, in senso lato, tutto ciò che implica riconoscimento dell’altro, sia in senso positivo che negativo.
La mancanza di "carezze" ha effetti molto negativi sulla persona proprio perché rende difficile la formazione dell’identità.
Affinché un bambino possa crescere emotivamente sano è necessario che egli sperimenti le cosiddette "carezze positive" ossia gli sia riconosciuto il valore e la correttezza del suo agire.
In termini pratici significa che il bambino si sente apprezzato e approvato, perché ad esempio il suo lavoro e il suo comportamento vengono lodati.
Il bambino, da questi rimandi positivi del suo agire, ricava un senso di competenza che aumenta la sua autostima.
La carezza positiva dà al bambino la sensazione di essere importante, intelligente e di avere valore, dice: “tu sei Ok”.
Le carezze positive danno informazioni alla persona sulle proprie abilità e risorse.
Se però il bambino non riesce a ricevere dai genitori o dalle figure educative importanti intorno a lui carezze positive, sarà disposto, proprio per costruire la propria identità e sentirsi riconosciuto, a ricercare anche carezze negative: richiami, rimproveri e sgridate.
Per un bambino l’indifferenza è insopportabile, quindi preferirà il riconoscimento in negativo, le cosiddette "carezze negative", piuttosto che non essere riconosciuto.

Lettura consigliata: "Modelli di Famiglia" di Giorgio Nardone, TEA, 2006.

Domanda / risposta correlata: non è mai serio...

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