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Atteggiamenti disubbidienti


Domanda: Buon giorno, sono madre di 2 figli, rispettivamente di 3 anni (il maschietto) e 10 mesi (la femminuccia).
Il bimbo, Giacomo, sta trascorrendo un periodo in cui rifiuta categoricamente tante cose, per esempio: non si vuole mettere le scarpe, si rifiuta di fare la pipì prima di andare a letto, butta a terra le cose, urla, piange e fa continui dispetti che a volte possono diventare pericolosi.
Per "contrastarlo" cerco di usare degli espedienti tipo: "Se continui a fare così quando vai a letto non leggiamo il tuo libro preferito...", ma non posso usarlo 10 volte al giorno per ogni dispetto che fa e non riesco a far leva su altre cose perchè non ci sono oggetti a cui tiene molto in paticolar modo.
Cerco di condividere tanti momenti della giornata, addirittura alla sera (anche con il papà), lo coinvolgo nella cura della sorella, come il momento del cambio del pannolino ecc...
Altro problema si verifica a cena: io vorrei che i bambini stiano entrambi seduti a tavola per tutta la cena (anche con dei loro giochi), ma Giacomo non vuole rimanerci, e ogni sera è una "lotta"!
Vorei un consiglio su come comportarmi al meglio davanti a questi atteggiamenti, grazie, Veronica.

Riposta dell'esperto: gentile Veronica, i bambini di quest'età diventano spesso testardi e disubbidienti perchè iniziano a prendere consapevolezza della loro individualità.
Per arrivare a ciò devono sperimentare situazioni diverse e osservarne le conseguenze (ad es. rispondere di no alla richiesta del genitore e verificare la sua reazione, imparando così gli atteggiamenti corretti o meno che devono tenere, in base a ciò che è giusto o sbagliato).
E' una fase che attraversano normalmente i bimbi, accentuata dalle caratteristiche personali di ognuno di loro; se un bambino ha un carattere più forte, per il genitore saranno più difficili da gestire questi momenti; ma con un bel pò di pazienza e seminando bene, tale fase si attenuerà e avrà permesso ai figli di imparare molte cose.
Un consiglio spassionato, non molto facile da mettere in pratica, ma che dà degli ottimi risultati duraturi a lungo termine: evitate il più possibile di punirlo togliendo giochi, programmi televisivi e altre cose materiali, o sottoponendolo a ricatti, perchè ciò porta ad una chiusura del bambino e ad una sua idea di essere poco compreso; a ciò seguono atteggiamenti di timidezza, chiusura a riccio, che impediscono la comunicazione con lui o, al contrario, di ipervivacità, di trasgressione, di contrasto con le direttive dell'adulto.
E' più produttivo armarsi di tanta pazienza e, quando il bambino reagisce con una modalità di rifiuto, parlargli spiegandogli la situazione e perchè i suoi atteggiamenti sono sbagliati, puntualizzando sempre le sue qualità e dicendogli quanto lo stimiamo e crediamo in lui.
E' importantissimo anche puntare l'attenzione (e quindi le parole che usiamo) sull'azione del bambino, non sul bambino.
Ad es: Il bambino butta a terra gli oggetti.
Il genitore gli spiega che se li butta si possono rompere e quindi poi non ci sono più nè per lui, nè per gli altri, creando così un danno.
Il genitore afferma anche di essere sicuro che il figlio farà del suo meglio perchè è un bambino intelligente e che vuole fare la cosa giusta.
Inoltre quando il genitore rimprovera il figlio dirà: "E' sbagliato lanciare gli oggetti" (attenzione sull'azione), non "Hai sbagliato a lanciare gli oggetti" (attenzione sulla persona, azione che va a minare l'autostima personale).
Inoltre, consiglio vivamente di partire da sè quando si rimprovera un figlio per qualche motivo grave o pericoloso, dicendogli quanto siamo delusi e dispiaciuti del suo comportamento.
Questa è una punizione molto più dura per i bambini rispetto ai castighi, perchè fa leva sulla sfera emotiva e li fa sentire male per ciò che hanno fatto.
Ciò aiuta a creare in loro una morale basata sul comportarsi bene perchè è giusto farlo rispetto a sè e agli altri, non per ottenere o meno qualcosa.
E' corretto che i genitori stabiliscano insieme regole e paletti da portare avanti con forza, costanza, pazienza e anche con la capacità di metterli in discussione per verificare se sia il caso di eliminare, aggiungere o modificare alcune regole, anche in base all'età dei figli e alle situazioni che si vivono in famiglia; la troppa rigidità non fa bene a nessuno.
La casa resta pur sempre l'unico luogo di libertà per tutti i componenti, dove devono seguirsi determinate regole, ma anche rilassarsi.
Ad es. i bambini devono restare a tavola a mangiare, ma allungando i tempi a mano a mano che crescono e anche inserendo delle eccezioni, come fare un pic-nic tutti insieme sul tappeto del salotto!
Consideriamo il fatto che i bambini seguono regole tutto il giorno a scuola e sono sempre sotto il controllo di un adulto, non hanno molto spazio per sperimentare e per rilassarsi.
Ricordandovi sempre che siamo noi genitori i modelli principali che imitano i nostri figli, vi auguro buon lavoro!
Pedagogista Deborah Turrini
Coordinatore Regionale ANPE-Veneto


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